Alzarsi dalla spiaggia di Bahia Honda State Park è un'impresa assai ardua. Siamo atterrati da circa ventiquattro ore e ci sembra di essere ripiombati in piena estate. E' fantastico, come al tempo stesso abbiamo paura di andare verso Key West, sulla punta estrema delle Florida Keys. Ci aspettano tre giorni pieni di vacanza. Ma come sarà? Riviste e guide la disegnano come un piccolo paradiso, ma si sa, le opinioni altrui non sempre trovano il consenso di tutti. Inoltre l'uragano avrà lasciato molti danni? Non ci resta che riprendere il viaggio; il tragitto non è lungo, solo poco più di una cinquantina di chilometri fatte di una miriade di isolette collegate da infiniti ponti. Il panorama è sempre meraviglioso, allietato da una brezza marina che preannuncia l'arrivo della sera. Il sole resta caldo e uniforme per tutta la giornata, anche se le ore di luce in inverno sono comunque limitate, pressappoco un'ora in più dell'Italia. Ma siamo arrivati già all'isola di Key West; e pensare che siamo a poco meno di novanta km da Cuba.
L'ingresso nella cittadina non è dei migliori. Subito l'onnipresente base militare, poi i classici fabbricati commerciali con l'immancabile piazza-parcheggio centrale. Rimaniamo per un po' di minuti con il fiato sospeso; in fondo abbiamo prenotato più giorni per carpire il ritmo caraibico della zona, che fino ad ora lungi dall'essere presente. Ma come se l'assessore all'urbanistica avesse tagliato in due l'isola, un cartello indica che stiamo entrando nella parte "storica" di Key West. Nel giro di poche decine di metri l'architettura delle case muta, i colori pastello delle facciate si susseguono senza fine, gli stessi lampioni fanno tornare indietro di cento anni. Ma la cosa che mi colpisce subito è la calma che regna per le strade, quasi prive di auto e stracolme di biciclette. Solo poi avrei capito come tutta la circolazione della città sia orientata a veicoli a pedali o al massimo a scooter. Un sogno, se si pensa alle ormai giornate di traffico a targhe alterne nel bel Paese. L'hotel questa volta l'ha scelto la Babi, e si vede. Un bellissimo resort in riva al mare, sulla costa sud dell'isola (quella più calma e soleggiata). Una struttura che sembra risalire ai primi del novecento, ma con tutti i comfort e soprattutto con una spiaggia privata che farebbe invidia ai Caraibi. Complimenti, almeno per una volta è riuscita ad evitare i classici ed impersonali motel americani. A conti fatti la scelta la rifarei, anche perchè le spiagge sono un po' tutte private, mentre l'unica (quasi) libera si trova a Fort Zachary Taylor, nella punta ad ovest dell'isola. Procediamo in direzione del nostro hotel tra strade soleggiate, con il riflesso del mare sempre al nostro fianco; all'improvviso sembra di essere usciti dai frenetici Stati Uniti, è una sensazione molto strana e difficile da descrivere. Una volta sistemate le nostre cose in camera decidiamo di lanciarci subito alla scoperta delle vie di Key West.
Ma ormai la sera sta scendendo e il cielo si sta letteralmente infiammando con tonalità gialle, rosse e blu. E' il famoso Sunset Celebration tanto diffuso in Florida. Locali e turisti si raccolgono nell'animata zona di Mallory Square, dove tra chioschi che servono aperitivi, bancarelle di ambulanti e artisti di strada si viene sommersi dallo spettacolo mozzafiato del tramonto. Il sole si tuffa letteralmente nel mare, come un attore che da millenni riprova sempre la stessa scena, non prima di aver dato sfoggio di tutti i colori dell'iride nel cielo. Non avevo mai visto nulla di simile e dalle espressioni delle centinaia di turisti a fianco, nemmeno loro. Consiglio di andare almeno un'ora prima del tramonto sul Pier per strappare una posizione di privilegio se si vogliono scattare delle foto indimenticabili. A coronare un tale spettacolo, nella rada veleggiano sloop e piccoli velieri, che giocando in controluce creano ogni secondo delle vere e proprie immagini da cartolina. Ci sembra realmente di essere in un altro mondo. Questo penso sia il punto più bello della Florida, dove riesci ad emozionarti ogni sera; è veramente strano organizzasi la giornata per non perdere il tramonto. Ma la cosa più bella è poi tornarsene in albergo con la bicicletta, in un paese come l'America che viaggia solo su SUV dalle cilindrate più spropositate.
La frase che più si addice a Key West è quella che lessi una volta su una guida, Key West non è un luogo geografico ma uno stato della mente. La serenità e la tranquillità che si percepiscono e si assimilano qui non li ho mai sentiti in nessun altro luogo americano. Ma non posso pensare, come fanno in tanti, che si possa fare un toccata e fuga in giornata, per poi tornare in serata a Miami. Occorre soggiornare a Key West almeno un paio di notti, giusto per capire che meraviglioso posto sia. Fondamentalmente il paese si snoda attorno a Duval Street dove si trovano dei ristoranti tutti addobbati a festa (in fondo tra poco sarà Natale) e soprattutto quasi esclusivamente con tavoli all'esterno. Si può trovare di tutto, dalla cucina caraibica a quella americana, da quella pseudo italiana a quella messicana. Solo il tempo a disposizione rappresenta un limite all'esplorazione. Key West è una località talmente multietnica che ogni via rappresenta una comunità; la più bella e caratteristica è quella del Bahama Village, adagiata attorno a Thomas Street e Whitehead Street . Percorrendola in bicicletta la cosa più caratteristica è vedere come galline ed altri animali da cortile scorazzino allegramente in mezzo alle strade o si riposino sui tetti delle automobili. Inizialmente credi di essere in un altro mondo, ma è tutto così. Key West va presa così come viene, senza freni mentali. Ma ecco che nel giro di pochi giri di pedali si passa alle belle ville coloniali di Fleming Street o a quelle color pastello di Truman Annex; oppure una visita all'antica residenza di Hemingway al 907 di WhiteHead Street, parallela alla commerciale e trafficata Duval Street. E mentre pedaliamo senza meta ammiriamo le spiagge bianche spazzate da un sole limpido, con le rigogliose palme che si muovono sotto l'influsso di una leggera brezza caraibica.
Ma Key West offre anche innumerevoli attività in mare come gite in catamarano, snorkeling, parasailing; ma l'escursione volevo fare, se avessi avuto più giorni a disposizione è quella che ha come meta il Dry Tortugas National Park; si tratta di un piccolo arcipelago di sette isole coralline ad un centinaio di km a ovest di Key West. Qui, tra un mare incontaminato e caraibico, è possibile fare bird-watching, snorkeling o visitare l'affascinante Fort Jefferson, adagiato sulla Garden Key. E' un escursione che occupa una giornata intera. Ma già i giorni sono pochi e preferisco concentrarmi su quello che mi offre Key West, sarà per un'altra volta. La scelta di un giro in Florida doveva essere giusto un diversivo al freddo inverno di Rimini, ma già dopo pochi giorni mi sembra di essere anni luce da casa. E immancabilmente vorrei fare bagagli e trasferirmi qui, dove il sole scalda tutto l'anno, dove lo stress sembra solo uno scioglilingua. Dopo alcuni giorni passati tra la spiaggia del resort, coccolati da cocktail sulle amache in riva al mare, da giri al tramonto in bicicletta, da colazioni in spiaggia al primo mattino; come fai a pensare di staccarti da tutto questo? Non posso che consigliare Key West, anche se poi la ripartenza genera effetti deleteri, un po' come lo erano la fine delle vacanza estive ai tempi del liceo. Dedicategli più giorni possibili, Key West è veramente una medicina contro tutto.
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giotto |
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