JomPage - Travel Experience
Louvre, Paris - France
France France

Paris

 
Latitude - 48° 51' N
Longitude - 2° 20' E
 

"i love paris,
why oh why do i love Paris,
because my love is here
"

Ella Fitzgerald
   
April 1988 - July 1996 - October 2010

Parigi, aristocratica eleganza

soundtrack: La vie en rose, Edith Piaf - 1945
 

Chapter

Stiamo virando sopra i tetti di Parigi, ancora pochi minuti di volo e abbandoneremo il blu profondo del cielo per scendere al Charles de Gaulle Airport. Sono più di dieci anni che non faccio una visita alla Ville Lumiere, troppi per i ricordi meravigliosi che mi ha lasciato. Qualche istante per ritirare il piccolo bagaglio e lasciamo mestamente lo spettrale Terminal 3 alla volta della RER, il trenino che dovrebbe portarci in centro. Ovviamente mi perdo senza indugio tra i due soli binari disponibili, ma mi sarei meravigliato del contrario. Sarà l’ora di punta del primo pomeriggio, ma facciamo una tratta fino alla Gare du Nord stipati come bestiame; non c’è che dire, ho scelto la strada del risparmio, ma l’inizio non è dei migliori. Causa scioperi vari e lavori in corso la fermata di Chatelet non è raggiungibile direttamente in RER, ottimo penso. Sali e scendi per cunicoli in ristrutturazione, scale mobili in riparazione; una corsa ad ostacoli per raggiungere il grazioso hotel a due passi dall’esclusiva Place Vendome. Finalmente il nostro soggiorno può iniziare. Ci proiettiamo in Rue de Rivoli, forse una delle vie che meglio fa respirare l’atmosfera parigina; incrociamo la scintillante statua di Giovanna d’Arco proprio all’imbocco dei bastioni del Louvre; che sfarzo e che eleganza trasmette Parigi. E’ una grandissima emozione stazionare davanti alla grande piramide del museo; non ho mai compreso le polemiche, ovviamente tutte francesi, sulla scelta di Mitterand di modificare l’aspetto della piazza antistante il museo. A mio parere è tutto talmente armonico, magico.

Il crepuscolo avanza e la Tour Eiffel s’illumina di oro da dietro le fronde ormai impoverite dall’autunno. Sfiliamo sul lungo Senna, pieno di gente che corre o accompagna anche solo il cane; ci sarà pure la crisi mondiale, ma quanti turisti che vedo ad ogni angolo. Saint Germain alla sera è a dir poco emozionante, con tutti i suoi bistrò, i cafè e i ristorantini etnici. Decidiamo di fermarci a cenare in un piccolo locale tutto in legno; l’interno è affollato, ma capisco di essere in un luogo turistico dagli svariati idiomi che rimbombano dalle salette. In effetti anche il cibo non è un granché, ma da orgoglioso romagnolo sono conscio che uscito di casa è meglio che riponga ogni ambizione culinaria. Rientriamo con calma verso l’hotel, la temperatura piacevole invoglia ad allungare la passeggiata; decido di fermarmi a fare qualche scatto al Louvre. La sua quiete è surreale, soprattutto confrontata con la mole di turisti del giorno; saremo in quattro se è molto, guarda caso tutti con cavalletto e macchina fotografica montata. Bell’inizio parigino. La nuova giornata è un po’ più grigia, ma giusto il tempo di fare colazione e mi ritrovo un bel cielo azzurro. Facciamo subito rotta a Pigalle. Riemergiamo dalla metro al cospetto del Moulin Rouge, ma di giorno è abbastanza anonimo e un po’ decadente. Una galleria ricorda con immagini tridimensionali le gesta delle sue ballerine, ma soprattutto un negozio di souvenirs sembra il vero catalizzatore dell’attenzione dei turisti. Soprassediamo allo shopping impulsivo e ci addentriamo nelle vie che s’arrampicano a Montmartre. Questo, a mio parere, è uno dei quartieri più belli della capitale, un mix di tutto ciò che si incontra a Parigi. Piccoli studi di artisti, vecchi palazzi con il mulino sopra, ristoranti molto caratteristici; sarebbe bello passarci una giornata intera, ma siamo sempre di corsa, anche qui. Sbuchiamo in una delle piazzette che attorniano la basilica del Sacro Cuore, tutte costellate di disegnatori, musicisti e pittori; ma anche mimi e gente che improvvisa provando a sbarcare il lunario con quello che sa fare. A volte uno scrosciante applauso dei turisti rende onore al coraggio di qualche impavido solista che si cimenta nelle più svariate arti sulla grande scalinata che si apre sotto la basilica. Entriamo nella navata principale, anche se da fuori devo dire che è più attraente. Scendiamo verso la cripta per poi intraprendere, a pagamento, la salita fino alla grande cupola. Una stretta ed inclinata scala a chiocciola trasmette claustrofobia anche a chi, come me, fino a pochi istanti prima non ne soffriva. Ma la vista in cima è deliziosa; sullo sfondo la Senna che disegna le due sponde cittadine, mentre si erge dalla foschia urbana l’inconfondibile sagoma delle Tour Eiffel. Adoro vedere le città dall’alto, dalle sue cupole, sembra che sotto tutto si cristallizzi e i rumori arrivino più dolci e morbidi.

Ci fermiamo a mangiare due omelette degne davvero di nota in uno dei tanti bistrò nelle vie di Montmartre; i prezzi del cibo non sono così esosi come vengono spesso tratteggiati nei racconti di altri viaggiatori. In compenso bere acqua è un lusso, senza poi optare per la suggestiva Perrier; non bevo alcolici, ma vedere il prezzo di vino e birra superati dall’acqua mi sembra una vera assurdità. Scendiamo nuovamente verso Pigalle, prendendo la piccola scalinata che costeggia la teleferica; incantevole con i colori accentuati dell’autunno. I lampioni tutti allineati e una leggera nebbia novembrina potrebbero trasformarla in qualcosa di unico; mi prometto di tornarci in una delle prossime serate per qualche scatto, magari senza le folle oceaniche del giorno. Prendiamo la metro fino alla chiesa della Madeleine; saliamo la scala della ex biblioteca nazionale, che Napoleone convertì in chiesa perché impressionato dall’imponenza ed eleganza dei suo colonnato greco. Si gode una vista meravigliosa su Piace de la Concorde con l’obelisco di Luxor che brilla sotto qualche raggio di sole. L’interno della chiesa è a dire il vero parecchio tetro; ci sediamo qualche minuto, ma fervono i preparativi per un concerto serale; questo mi sarebbe piaciuto. Lascio campo alla mia fedele ed infreddolita compagna e risaliamo l’adiacente rue St.Honorè, il paradiso delle griffe. Un susseguirsi di atelier e boutique, ma in fondo i nomi sono sempre gli stessi che si possono trovare in patria. La globalizzazione ha portato a rendere impersonali le grandi città, dove le catene internazionali espongono campionari simili in ogni angolo del pianeta; ecco perché da tempo prediligo viaggi immersi nella natura, almeno là l’originalità non manca mai. Risaliamo gli Champs Elysees, che uniscono idealmente i giardini di Tuileries con l’Arco di Trionfo; assomigliano a un grande fiume di asfalto, tutto orlato di alberi e giardini, boutique e palazzi antichi. E’ una passeggiata meravigliosa, perché i grandi marciapiedi sembrano più delle infinite piazze dove la gente si ferma a parlare o a mangiare un gelato. L’Arco di Trionfo purtroppo è invece soffocato dal traffico, rappresentando un crocevia obbligato verso un vicino raccordo stradale. Peccato perché è grandioso, pulito nelle sue forme, ma imbrattato dalle sagome di auto e pullman che come barbari impazziti gli girano intorno all’infinito.

Virata secca e facciamo rotta al Trocadero; ovviamente sempre a piedi, perché resta il miglior modo di cogliere le peculiarità delle città e di chi le vive. La serata oggi sembra avanzare più rapida di ieri, forse il grigiore che avvolge il cielo prelude a qualche goccia. Il Trocadero, con le sue statue del cinema, è una delle terrazze migliori per ammirare la Tour Eiffel a Parigi; una piccola folla di turisti fa il paio con qualche ragazzetto che prova a piazzare i più svariati souvenirs. Comincia a piovere, ma credo che smetterà entro breve; previsione errata, ci rifugiamo di corsa dentro al museo adiacente. Per fortuna la pioggia allontana la folla turistica che la sera si concentra nella piazza del Trocadero. E come capita spesso a Parigi o Londra, brevi scrosci si alternano ad ampie schiarite, così riprendiamo posizione d’innanzi alla balaustra che si proietta davanti ai Campi di Marte. La Tour Eiffel alla sera è meravigliosa, un icona mondiale tutta ammantata di luci color oro; ma alle otto di sera una miriade di luci intermittenti la trasformano in un diamante scintillante. Ecco perché volevo essere qui in prima serata, per ammirare qualcosa di particolare. Proseguiamo fino alla base della Tour Eiffel; ci sono militari ovunque, armati fino ai denti dopo gli ennesimi proclami di guerra santa da parte di estremisti. Ma non sembra che i turisti se ne preoccupino più di tanto, data la fila kilometrica agli ascensori sotto i piloni. Intanto ha ripreso a piovere con più convinzione, il che ci fa ripiegare in direzione metro; peccato perché avremmo voluto salire, ma il meteo peggiora ogni minuto. Ci asciughiamo lungo il tragitto sotterraneo verso l’hotel; ma facciamo immediatamente rotta nuovamente su Saint Germain. Ceniamo in un ristorante che la guida mi consiglia, un locale cosiddetto con cucina a km zero; quindi prodotti genuini e delle campagne circostanti. O almeno così dovrebbe essere. In effetti mangiamo divinamente, con piatti ricercati, ma non pesanti; finalmente. Intanto il tempo, come sempre, ha nuovamente girato verso il sereno. Decidiamo di ammirare la chiesa di Notre Dame, accomodandoci nella piazza antistante. Non c’è nessuno a parte un paio di militari che fanno la ronda nelle vie adiacenti. Il silenzio, a volte interrotto da un barcone che transita sulla Senna, enfatizza le ombre allungate dei gargoyle che riescono alla perfezione a impaurire chi li osserva.

Passeggiamo senza una meta precisa dentro l’Ile de la Citè, un luogo meraviglioso e quasi irreale rispetto al caos di altri quartieri parigini. Attraversiamo l’imponente — e più antico — ponte di Parigi, il Pont Neuf. Alle nostre spalle la Conciergerie lascia basiti per la sua bellezza; ex palazzo reale fino al 1500 e purtroppo luogo dove Maria Antonietta venne ghigliottinata, si specchia con le sue luci decorative nella Senna. Parigi come la giri ti stupisce, affascina; ma rispetto alla mia ultima visita, più di dieci anni addietro, noto che la sera si gira tranquillamente, senza il timore di fare incontri sgradevoli. E devo ammettere che se la città di giorno è bella, di notte lascia senza parole con le sue forme amplificate da una sapiente dislocazione di luci. Sabato mattina si apre con una rilassante e copiosa colazione, peccato che l’hotel la serva in un seminterrato e non magari davanti ad una vetrata sulla strada. Il cielo è come sempre molto variabile, alternando nuvoloni neri a sprazzi di cielo blu cobalto. La prima tappa è la Bastiglia, o almeno l’idea di quello che fosse; una piazza spoglia caratterizzata dalla Colonna di Luglio e dall’Opera Bastille. Tutto intorno a noi ci sono volantini e manifesti rossi, forse si terrà una festa in serata; troppo poetico, infatti una lunga colonna di gendarmi preannuncia un pomeriggio di fuoco tra gli scioperanti che stanno tenendo in scacco il Paese e le stesse forze dell’ordine. Meglio defilarsi prima di dover schivare qualche fumogeno. Girovaghiamo senza una meta precisa tra le movimentate, quanto meno alla sera, rue de la Rochette, rue Daval, rue Saint Sabin e rue de Lappe. Un piccolo angolo di Parigi fatto di piccoli negozi di fiori, chioschi per aperitivi e pasticcerie che ipnotizzano i passanti. La nostra meta vera è l’adiacente quartiere di Marais, che la rue Saint Antoine delimita idealmente. Ci affacciamo nella curata e senza tempo Place des Vosges, con i suoi portici ricchi di antiquari e di un curiosissimo ed elegante negozio di tè. Il quartiere è tutto un fermento di artisti e bei negozi di moda; ma una volta era il sito dove i cavalieri templari avevano il loro centro e le loro dimore. Venerdì 13 ottobre 1307, Filippo il Bello, vide bene di scrivere un’ importante pagina di storia, arrestando tutti i templari e di fatto dichiarandone lo scioglimento. Rimane davvero poco in questo quartiere dei templari, ma Parigi è piena di riferimenti rosa crociati.

A Marais il cuore pulsante è rappresentato dal quartiere ebraico, che con i suoi ristoranti e le sue vie tutte molto curate e animate attira numerosi turisti. Proseguiamo la nostra camminata in direzione Ile Saint Louis, la più piccola delle due isole parigine sulla Senna. Poche vie, ma ricche di atmosfera; sembra ancora di vivere la Parigi del millesettecento, dove il profumo dei panettieri e dei fiorai fanno da cornice ad una miriade di piccoli, ma invitanti ristoranti. Pochi passi e si raggiunge l’Ile de la Citè con il retro della cattedrale di Notre Dame. Le linee curve e lavorate all’inverosimile tipiche del millecento gotico lasciano senza fiato. Una lunghissima fila preannuncia la salita ad uno dei due campanili, ma preferisco spendere il tempo a visitare il suo interno. Cupa, stretta e alta, con le uniche luci provenienti da grandi candelabri appesi; lo spirito repressivo e di castigo del gotico direi che è presente nella sua forma migliore. Il grande organo comincia a testare alcuni accordi, ci troviamo pietrificati dal suo magico suono. E’ un luogo talmente suggestivo ed evocativo che se si chiudono gli occhi, si riesce quasi ad immaginare la vita di mille anni addietro tra questi colonnati. Mi accorgo impietoso che di opere così belle, armoniose ed eterne, al giorno d’oggi non si realizzano più; forse l’unico esempio può essere la Sagrada Familia di Barcellona. Il rosone centrale improvvisamente viene colpito dal sole, sollevando un caleidoscopio di colori lungo la navata. Senza parole. Usciamo in direzione Saint Michel, ma a pranzo è un delirio di turisti. Tutti a caccia di un ristorante e al tempo stesso tutti i ristoratori a caccia di clienti da portare dentro. Onestamente mi sembrano tutti molto omologati come locali, ma mi tocca mangiare quindi provo a scegliere per quello che penso sia meno peggio. Un paio di club sandwich giusto per tamponare e arrivare a serata, ma odio perdere tempo a tavola con una giornata di sole come questa. Per fortuna il turnover di clienti è notevole, così anche l’impersonale cameriere di turno ci agevola velocemente cibo e conto; ottimo, almeno per me. Siamo agli sgoccioli di questa breve fuga parigina e avrei ancora tanti luoghi da vedere o da scoprire con occhi diversi. Una piacevole passeggiata attraverso le vie adiacenti la zona universitaria della Sorbona ci conducono prima nell’enigmatica Rue Lobineau e poi nell’imponente chiesa di Saint Sulpice. Dire che questo luogo di culto sia stato reso famoso per via dei riferimenti nel libro “il codice Da Vinci” di Dan Brown, mi sembra davvero ignobile. Già molto prima che divenisse una piccola meta di pellegrinaggio mediatico, conoscevo la peculiarità del suo gnomone che attraverso un solco di ottone sul pavimento e una lente nel rosone rappresentava uno dei primi esempi di orologio solare.

Usciamo dalla chiesa mentre un vento gelido spazza con piccoli mulinelli le numerose foglie sulla piazza antistante; l’autunno a Parigi avanza veloce, ma per fortuna il bel tempo non ci sta abbandonando. Ultima tappa del pomeriggio, i grandiosi Jardin du Luxembourg, uno spicchio di paradiso verde nel quartiere di Saint Germain. Parigini che giocano a tennis, bambini che corrono in mezzo a cumuli di fogliame, ma anche persone che leggono nel silenzio di uno dei mille sottogiardini abbelliti da stupende sculture. Una delle più curiose è l’originale (assieme a quella posta vicino al pont de Grenelle, sempre a Parigi) della Statua della Libertà americana; perché è sempre bene sapere che la versione “big” a New York fu donata dalla Francia a fine 1800 in commemorazione della dichiarazione d’indipendenza americana. Passeggiamo senza troppi turisti a piede libero intorno, il che è davvero una rarità in una città come Parigi. Il nostro splendido, breve, ma intenso soggiorno parigino sta volgendo al termine; giusto questa sera e la mattinata di domani, ma ritornare con qualche anno in più in una delle mete più romantiche del pianeta è davvero appagante. Si apprezzano sfaccettature che da ragazzini non si potevano cogliere, senza dubbio. La domenica mattina, chiusi i bagagli e lasciati in custodia al bureau dell’hotel, è silenziosa. Le strade cittadine sono deserte, surreali e anche parecchio grigie. Che meraviglia passeggiare senza la fretta di trovare l’inquadratura migliore per ogni soggetto lungo il tragitto. Una leggera foschia si alterna con il sole, ma l’aria è gelida, come se nella notte ci fosse stato il cambio di stagione. Passeggiamo senza meta, costeggiando il Louvre e il Palazzo Reale, sempre caratteristico il suo giardino con le colonne mozzate. Ci fermiamo a pranzare in uno dei pochi bistrò aperti, strano ma fa tutto molto parigino; una piccola vetrata ci fa sentire come davanti ad un grande schermo, con i pochi parigini che circolano a piedi imbracciando il classico sacchetto con le lunghe baguette che fuoriescono. Parigi è davvero una città che un po’ tutti portiamo nel cuore, perché rappresenta lo stereotipo del romanticismo.

  giottoGiotto

 

   
   
 
informazioni
Il fuso orario è il medesimo vigente in Italia . Nessuna vaccinazione è obbligatoria. I documenti necessari per poter entrare in Francia sono la carta d'identità italiana o il passaporto. Se si esclude l'automobile o il treno, per arrivare a Parigi bisogna transitare attraverso uno dei tre aeroporti; ORLY a sud, BEAUVAIS usato attualmente da RyanAir, infine il più grande CHARLES DE GAULLE a nord. Da quest'ultimo, se non si usufruisce del taxi (45/60 minuti per circa 60 euro) le alternative sono la combinazione RER più Metro oppure l'autobus. La Metro a Parigi resta il modo migliore per spostarsi da un quartiere all'altro; risulta conveniente dotarsi di pass giornalieri oppure di carnet ticket.
Quando andare
Parigi, come ogni grande capitale, riserva sorprese e peculiarità in ogni stagione. Va però tenuto presente che ha un clima estremamente variabile, caratterizzato da estati afose e inverni spesso rigidi. Le stagioni che mi sentirei di consigliare sono settembre - ottobre, con i bei viali colorati di autunno, oppure la tarda primavera.
cosa leggere
Parigi ha una letteratura talmente ampia che è impossibile dire cosa è meglio, ma si possono individuare le peculiarità di ogni pubblicazione. Le LONELY PLANET sono ottime per le indicazioni su dove mangiare o comprare, perchè solitamente più aggiornate. Le guide MONDADORI, sono invece orientate a chi la città non la conosce e vuole avere una guida immediata e ricca di indicazioni visive. A queste aggiungerei anche la guida del TOURING CLUB, molto più esauriente sul lato culturale e orientato ad illustrare meglio le visite ai musei.
 
cosa vedere - cosa fare
Parigi è una capitale che non basterebbe una vita intera per essere visitata in modo esauriente. Annovera musei e mostre permanenti come il LOUVRE o d'ORSAY, giusto per dare l'idea. Luoghi che una giornata intera è ben spesa, ma comunque mai sufficiente. Se dovessi consigliare delle zone, a chi Parigi non l'ha mai visitata, inizierei senza indugio nel suo cuore a PLACE DE LA CONCORDE, da dove si può spaziare con lo sguardo verso tutti i simboli della città: il PALAIS DU LOUVRE con la sua enigmatica piramide, i giardini di TUILERIES, le CHAMPS ELYSEE con l'ARCO di TRIONFO. E poi la TOUR EIFFEL con il TROCADERO alle sue spalle e il parco du CHAMPS DE MARS; MONTMARTRE con ai suoi piedi il quartiere di PIGALLE. E ancora il parigino quartiere di MARAIS, le affascinanti ILE SAINT-LOUIS e ILE DE LA CITE' con NOTRE DAME. L'elegante OPERA o i quartieri degli artisti di SAINT GERMAIN. Questi sono gli spot più famosi, ai quali andrebbero aggiunte decine di chiese meravigliose, regge fuori città del calibro di VERSAILLES o il parco tematico di EURODISNEY.
dove dormire

Parigi è ricchissima di hotels, quindi consigliare dove dormire è estremamente difficile. Posso solo dire che ci sono zone dove ogni volta che viaggio a Parigi prediligo sostare per la notte, per via della vivacità delle vie. Il quartiere di SAINT GERMAIN, proprio alle spalle di NOTRE DAME e incastonato tra i JARDIN DU LUXEMBOURG e la chiesa di SAINT SULPICE è uno dei più caratteristici con i suoi cafè e ristoranti. Oppure adoro dormire nei pressi dell'esclusiva PLACE VENDOME, a ridosso della via SAINT HONORE, ideale se si vuole fare shopping.

 
photo gallery
Louvre, Paris - France
Louvre, Paris - France
Montmartre, Paris - France
Montmartre, Paris - France
Palais Royal, Paris - France
Palais Royal, Paris - France
Tour Eiffel, Paris - France
Tour Eiffel, Paris - France
Trocadero, Paris - France
Trocadero, Paris - France
Pont Neuf, Paris - France
Pont Neuf, Paris - France
Place Vendome, Paris - France
Place Vendome, Paris - France
Place des Vosges, Paris - France
Place des Vosges, Paris - France
Tour Eiffel, Paris - France
Tour Eiffel, Paris - France
Mappa