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Boothbay Harbor - New England, Maine - USA
United States of America flag Maine | USA

Wiscasset and Boothbay Harbor

 
Latitude - 43° 51' 08'' N
Longitude - 69° 37' 41'' W
 
"Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi č stato pių possibile vedere, pensare, vivere come prima "
Jacques-Yves Cousteau
   
September 2004

Il Maine e le sue baie nascoste

soundtrack: Somewhere Over The Rainbow, Judy Garland - 1939
 

Chapter

Giusto il tempo di rubare un'altra immagine di Rockport e via, si riparte. Prossima tappa sarà il lontano e sconosciuto, quanto meno a noi due, Maine. La difficoltà di pianificare questo viaggio nel New England è stato essenzialmente di trovare adeguate informazioni su cosa vedere, quali strade fossero le migliori e soprattutto dove alloggiare. Proprio quest'ultimo punto era l'incognita di questa tappa. Fino a che si ruotava intorno a Newport o Boston il problema non si poneva; l'obiettivo era di individuare il miglior compromesso tra posizione e prezzo. Quella sera invece non più. Infatti, alle 15, ero ancora a Rockport, a 300 km dalla meta posta a Camden. Per una volta mi accorgevo di essere stato un tantino ottimista nelle mie scelte; per una volta avevo paura di non trovare un alloggio per la sera. Ma meglio non pensarci, dicevo tra me e me, occorreva incamminarsi senza troppe esitazioni. E allora via, sulla Route 1 della east coast, scivolando tra boschi fittissimi e scogliere spazzate dall'oceano. Credo che guidare nel New England rappresenti una nuova forma di terapia anti stress. I km volavano via veloci sotto di noi e l'asfalto sembrava quasi un tappeto che ci dava perennemente il suo benvenuto tra le bellezze circostanti. E poi, nel giro di pochi km attraversammo i confini del New Hampshire per entrare in quelli del Maine. Bene, voleva dire che eravamo nelle vicinanze ormai di Portland. Ci avrei passato un paio di notti dopo questa breve escursione nell'interno del Maine. Già, un paio di notti già prenotate, pensavo. Erano le cinque passate del pomeriggio e mancavano ancora un paio d'ore buone a Camden. Il mio pensiero rimbalzava tra quei pochi nomi di alloggi trovati in qualche sito sperduto su internet. Finalmente passammo Freeport; questo significava che stavamo imboccando il tratto finale che ci portava alla tanto sospirata Penobscot Bay. La strada non era però più ad alto scorrimento e il traffico iniziama ad intensificarsi. Ci trovavamo alla vigilia del ponte del Labor Day (il primo lunedì di settembre), uno dei weekend allungati più famosi in America. Provavo a pensare, vuoi che vengano fino a qua per passare così pochi giorni di vacanza? Saranno pendolari che tornano a casa.

Tutto ad un tratto, un piccolo piazzale di sosta mi incuriosì. Al suo centro c'era un chiosco di informazioni. Decisi di fermarmi tra lo stupore della mia ragazza; subito mi chiese il perchè dello stop, visto che la sera si avvicinava. Cosa avrei dovuto dirle, che non avevo la certezza che avremmo trovato l'alloggio per tempo? Entrai con un certo timore in quel chiosco quasi inghiottito dal bosco circostante; l'aria, ricordo, era molto fresca in Maine, un sollievo dopo l'afa mattutina di Boston. Entrai nel chiosco e mi accolse un signore che sembrava fosse uscito da un qualche film della serie "ai confini della realtà". Occhiali spessi un dito, camicia a scacchi da boscaiolo e una piccola pipa spenta in bocca. Appena entrato ricordo alzò il viso per mettermi a fuoco; la baita, forse questo è il termine più appropriato, era più piccola di quanto all'esterno potesse sembrare. Sinceramente non sapevo neppure io cosa chiedere; da un lato avrei voluto solo rassicurazioni che avrei trovato un alloggio, dall'altro avrei chiesto se c'erano hotel nelle vicinanze del piccolo ufficio del turismo. Appena dissi il nome Camden, la mia meta, al signore alla scrivania, ricordo il principio di risata subito strozzata in gola; rimasi un po' spiazzato. Mi spiegò subito che tutta la zona di Camden era esaurita per la coincidenza del Labor Day. Ebbi trenta secondi di smarrimento; anche perchè nelle vicinanze non c'era nulla di disponibile. Pensai subito, accidenti a internet; puoi raggiungere ogni località degli States, ma non puoi trovare (in modo sicuro) degli hotel in questa zona. Ma come in tutti i film a stelle e strisce mi scordavo del finale a lieto fine. Ormai già orientato a chiedere una notte anticipata all'Holiday Inn di Portland, l'impiegato del chiosco tirò fuori un numero di telefono dal cassetto, pregandomi di aspettare un attimo. Fece una veloce chiamata, poi mi guardò scrivendomi il prezzo di un motel a Wiscasset su un pezzetto di carta. A quel punto pensavo "e adesso cosa gli rispondo?". Quando si prenota in rete si è soliti vedere le foto della camera, dell'hotel, la posizione rispetto ai paesi circostanti e così via. Tante informazioni che molte volte eliminano del tutto ogni sorpresa. Di colpo, dopo tante recensioni e dibattiti sul prenotare prima perchè è meglio, mi trovavo nei panni di tutti i pseudo turisti "on the road", cioè quei turisti che si fermano dove capita; il più delle volte spendendo il doppio di uno che pianifica tutto. Ma ero lì, prendere o lasciare. Una piccola finestrina dava sul parcheggio. Vedevo la Babi con gli occhi sgranati.

Già mi immaginavo i suoi pensieri, "dove diavolo siamo? e perchè ci mette così tanto? sarà successo qualcosa?". "Ok". Ricordo solo dissi questo. Due breve indicazioni su una mappa turistica era quello che avevo. Devo ammettere una cosa; guidare sovrapensiero e con l'ansia non permette di apprezzare tutto ciò che la natura ci propone all'esterno. L'obiettivo era di trovare questo benedetto Wiscasset Motor Lodge. Intanto la Babi mi tempestava di domande; mi sentivo quasi ad un concorso a quiz. Ma con una precisione millimetrica la mappa dell'impiegato del turismo mi aveva fatto arrivare in poche decine di minuti all'hotel. Era un piccolo insieme di lodge immersi nel profondo verde del bosco. Uno spettacolo. Sembrava di essere fuori dal mondo. Forse il sollievo di aver trovato una delle poche camere rimaste libere da Freeport fino al Canada mi faceva vedere tutto con un'ottica diversa. Ma non m'importava. L'hotel era davvero carino, la camera pulita, rustica. Sembravo un giovane boscaiolo in vacanza a casa di un collega! Giusto il tempo di appoggiare i bagagli in camera e di capire dove mi trovavo che era già ora di ripartire. Infatti occorreva reperire una tavola calda, o giù di lì, che ci riportasse subito nello spirito giusto. Con molta sorpresa notai che eravamo a pochi km da Boothbay Harbor, una cittadina consigliata su molte guide. Purtroppo i consigli non spiegavano mai in modo troppo esauriente cosa vedere in questi luoghi. Bene, pensavo, vuole dire che lo scopriremo questa sera. Ci trovavamo nella Damariscotta Region, una piccola porzione di Maine affacciata sull'oceano, fatta di boschi profumati e di alte scogliere frastagliate. Il tragitto fino a BoothBay Harbor ci fece veramente cogliere la bellezza del Maine. Uno Stato solitario, come solitari e schivi sono i suoi abitanti. Ma mai scortesi, riservati. Se vedeste la distanza che intercorre tra una casa e l'altra capireste il perchè di tanta tranquillità. Ai bordi della strada ricordo tanti piccoli laghetti con ognuno una piccola fattoria con annessa barchetta per pescare. Un piccolo paradiso verde, un'oasi americana ancora intatta; un'isola rimasta inviolata dalle orde di turisti che invece imperversano nelle grandi metropoli o nei parchi del sud ovest. BoothBay Harbor, come dice la parola stessa è una piccola baia con un tutto il paese affacciato sul mare. Siamo arrivati quando il tramonto cominciava a colorare le case. Una vera emozione. Capivo solo allora perchè questa cittadina era consigliata senza altre parole. Da vedere non c'era infatti nulla; nel Maine non ci sono Freedom Trail o percorsi particolari. Il Maine va assaporato in silenzio; gli unici rumori che si sentivano erano quelli delle fronde che si muovevano all'unisono.

Intanto il tramonto continuava a colorare le bianche case in legno. Al centro della baia c'era un pontile con sopra tanti piccolo e sobri ristoranti. Non eravamo i soli; era veramente periodo di tutto esaurito, anche se per raggiungere tale livello di capienza non ci voleva molto. Ovviamente la scelta del ristorante era sempre ad appannaggio della morosa. Quindi una sapiente analisi prima dell'ubicazione e poi del menù era il processo da intraprendere ogni volta. Ricordo solo che mangiai un ottimo piatto di fettuccine Alfredo, cioè guarnite con formaggio e l'immancabile aragosta. Mai divorato tanto pesce e tante aragoste come in questo viaggio. Ma in tutto il New England lo cucinano veramente bene. Lo abbinano a tutte le pietanze classiche; vi consiglio anche il sandwich con aragosta, una vera prelibatezza. La serata scivolò via dolcemente, passeggiando al chiaro di luna sui pontili della baia. L'aria però cominciava ad essere un po' troppo frizzante per il nostro abbigliamento, ancora tarato sul sole di Rockport e l'afa di Boston. Così ci rimettemmo in marcia, ma non prima di aver fatto una sosta al supermercato della zona. Chi non è mai stato negli States non può capire cosa sia un supermarket americano. E' un paradiso del cibo, dell'oggettistica, delle medicine e di ogni cosa vi possa passare per la mente di comprare. Ci potresti passare i giorni e non avresti ancora visto nulla. Reparto della frutta che ad intervalli regolari vaporizza i prodotti rendendoli lucidi; scaffali lunghi metri con ogni tipo di prodotto. Ma la cosa buffa è che questi store sono tutti immensi, indipendentemente dal numero di abitanti della zona. Mi sarebbe piaciuto sapere quanti clienti locali aveva ogni giorno. Ma forse la cosa più bella di questi supermarket è di vedere come si comportano gli americani, che gusti hanno, cosa comprano, come pagano, cosa mangiano. Vorresti essere invisibile per osservarli per ore. Paradossalmente sarebbe divertente e istruttivo scrivere dei supermercati, forse l'unica forma che un turista ha di incontrare i cittadini americani.

Ma la notte sopravanzava e dovevo ancora decidere come modificare l'itinerario stravolto da questa sosta, tanto inaspettata, quanto piacevole. Ripensavo a quante coincidenze ci sono anche in un viaggio. I tuoi occhi che incrociano quelli di un cittadino di Boothbay Harbor, che se non era per un signore della "baita del turismo" non avresti mai incontrato, e che non incontrerai mai più.

  giottoGiotto

 

   
   
 
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Boothbay Harbor, Maine - USA
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