JomPage - Travel Experience
Big Ben, London - Great Britain
United States of America flag Great britain

london

 
Latitude - 51° 30' N
Longitude - 00° 07' W
 

"I was her, she was me
We were one
We were free
"

Robbie Williams
   
july 1996 - september 2003 - december 2009

Londra, tradizione e modernita'

soundtrack: God Save the Queen - 1745
 

Chapter

La sera in dicembre arriva purtroppo sempre troppo presto. Prima di chiudere l’ennesima settimana lavorativa devo assolutamente dare un senso alla moltitudine di carta che si è impadronita della mia scrivania. L’unica speranza, dopo un autunno finanziario avvelenante, è il volo British Airways che all’ora di pranzo domani mattina mi accompagnerà a Londra. Ammetto che la stanchezza lavorativa è davvero tanta, ma gettare al vento questa settimana già programmata da tempo mi sembra un delitto; e poi finalmente un volo con un orario normale, senza levatacce notturne e trasferimenti verso l’aeroporto in stato di semi incoscienza. Giungiamo infatti al Marconi di Bologna senza troppi affanni e in pochi minuti effettuiamo il check-in d’imbarco. Aereo abbastanza deserto, come del resto speravo; la settimana seguente il ponte dell’Immacolata è sempre una garanzia di ampia scelta di hotels a prezzi onesti. Una cosa che adoro è il finestrino dell’aereo; il nostro pianeta dall’alto è di una bellezza incredibile; ma oggi l’Europa è dominata da un fitto manto di nuvole, speriamo davvero di non prendere un tempo troppo “british”. Volo perfetto e puntualissimo; già fuori Gatwick mi accorgo di come la temperatura sia più clemente rispetto a San Marino o Bologna. In cielo qualche nuvola scivola veloce offuscando il Sole pomeridiano ormai basso. Prendiamo un autobus che ci traghetta gratuitamente all’altro terminal, dove compriamo due ticket di andata e ritorno per il Gatwick Express (molto più conveniente farli subito entrambi); il prezzo elevato dei biglietti mi fa subito pensare che in Italia o siamo troppo onesti, oppure lavoriamo in perdita. Non c’è che dire, il convoglio dedicato ci porta in mezzora diretti alla Victoria Station. Appena scesi veniamo investiti dalla luce che filtra dalle vetrate della bellissima stazione; era da tempo che non vedevo così tanta gente salire e scendere contemporaneamente da bus, treni e metro. E’ ancora evidente come le atmosfere soft della Thailandia o le condizioni di isolamento della Namibia mi abbiano fatto perdere l’abitudine alle folle oceaniche che incontravo nei miei lunghi soggiorni estivi a New York.

Usciamo a fatica dalla vittoriana stazione e raggiungiamo lo splendido Plaza Hotel che si trova a pochi passi; che comodità, anche se, inizialmente, ero scettico per la posizione. In Italia dormire a ridosso di una stazione non è sempre sinonimo di qualità o sicurezza, anzi. Giusto il tempo di lanciare i bagagli in camera e ci proiettiamo verso Victoria Station, dove saggiamente compriamo due “travel card” che ci permetteranno di girare in metro velocemente e soprattutto di risparmiare parecchie sterline. La metro di Londra è di per se già un’esperienza, essendo una delle più antiche al mondo e forse la più estesa. Il microfono che ripete all’infinito “mind the gap” sembra dopo poco il ritornello di un motivo rap. Un paio di minuti di tube e scendiamo a Westminster; il vociare della gente e i clacson dei taxi fanno da cornice alla vista del Big Ben, proprio davanti a noi. Londra ha un fascino unico; che spettacolo l’House of Parliament e la Westminster Abbey tutti illuminati. Attraversiamo il Westminster Bridge giusto per ammirare meglio il cuore politico di Londra; sull’altra sponda del Tamigi la ruota del London Eye esibisce un azzurro sgargiante che si specchia nell’acqua del fiume. Nonostante il freddo pungente della sera restiamo estasiati dalla bellezza di una città che, nonostante l’avessimo già visitata più volte, riesce sempre ad ammaliarci. C’incamminiamo lentamente, sempre con la testa all’insù, lungo Whitehall fino a raggiungere Trafalgar Square; questo è il centro teorico della città. L’ammiraglio Nelson svetta sopra di noi mentre un bel gioco di luci solletica la facciata imponente della National Gallery. Amo i parchi e la natura, ma rimango ancora basito dalla bellezza di certe capitali mondiali. Un piccolo concerto natalizio allieta i turisti che curiosi fanno brillare i loro flash da ogni angolo della piazza. I caratteristici pullman rossi a due piani scivolano via ordinati lungo “the Mall”, l’elegante viale che sfuma fino alle porte di Buckingham Palace. Qui due cavalieri in divisa si lasciano immortalare da orde di turisti, sempre comunque rispettosi e consapevoli di sostare davanti alla residenza Reale. E’ interessante notare come lo scintillio delle luci della Strand o di Trafalgar Square si scontrino con l’austerità di Buckingham, forse anche in ossequio ad un periodo di grave crisi economica ed occupazionale del mondo e del Regno Unito in primis.

Camminando per Londra non sempre sembra d’essere in una metropoli; gli immensi e ottimamente conservati parchi si susseguono continuamente. Il traffico, almeno in centro, è davvero poco ed è più facile sentire il canto di qualche uccello o lo starnazzare delle anatre negli stagni anziché il rumore delle auto; da non credere. Rientriamo in hotel non prima di esserci fermati in un pub a riscaldarci con un vero tè inglese. Adesso il problema, che si presenterà poi tutte le sere, è “dove andare a mangiare?”. Per fortuna mi ero preparato per tempo, annotando numerosi indirizzi provenienti dai consigli recenti di guide e forum internet. Optiamo quindi per il quartiere di Soho; oggi è anche sabato e ogni via è superaffollata di turisti e giovani. Noto con curiosità come gli inglesi sopportino allegramente il freddo pungente dell’inverno; ragazze in minigonna, senza calze e ragazzi con trench autunnali, o anche in sola camicia, sono da ammirare. Noi invece bardati come due escursionisti al Polo Nord; obiettivamente è una temperatura invernale mite, raramente sotto lo zero la notte. Provenendo dalla Shaftesbury, ci addentriamo nell’intricata rete di vie comprese tra Soho Square e Windmill Street. Un mix di ristoranti etnici di tutte le nazionalità si alternano a piccoli negozi di moda rendendo il quartiere un caleidoscopio di colori e aromi. Tutti i locali sono molto curati e invitanti; non sono infrequenti le file fuori dagli ingressi, quindi è buona norma magari farci un giro in mattinata e riservare un tavolo per la sera desiderata. Noto con curiosità come i ristoranti libanesi e tailandesi tentino, alla luce delle persone che attendono un tavolo, di rubare la scena ai classici italiani o francesi. Soho è davvero una piccola isola tutta da scoprire via dopo via, magari fermandosi nei suoi pub a metà pomeriggio. E’ ora di rientrare in hotel, direi un buon inizio di viaggio; ma è più importante organizzare le giornate anche perché da vedere c’è veramente tanto e il freddo non permette soste troppo allegre all’aperto. Una buona dormita e una super colazione da Starbucks danno il via alla nuova giornata londinese; oggi il sole splende limpido, speriamo che duri. Preparo lo zaino con l’immancabile macchina fotografica, cavalletto e ombrello, oltre ad appunti e varie guide. Mi accorgo di non essere troppo trendy con lo zaino sulle spalle, ma abbiamo troppo da vedere per poter fare avanti e indietro in hotel.

Oggi ci lanciamo alla volta di Portobello Road; primo stop di metro a Notting Hill Gate. Il nome evoca il famoso film con Julia Roberts e attira numerosi estimatori della pellicola; ma già prima della sua uscita ho sempre adorato passeggiare per le silenziose e raccolte vie di Notting Hill. Tra i giardini di Ladbroke e le villette color pastello di Kensington Road, le bancarelle di Portobello Road sono sicuramente la nota più caratteristica del quartiere. Il mercato è presente tutti i giorni (anche perché sono gli stessi negozi che trasportano in strada le loro merci), ma la giornata clou è il sabato. E’ ancora mattina presto, ma già i turisti curiosano nelle vetrine dei negozi alla ricerca di qualche capo d’abbigliamento sicuramente difficile da ritrovare in Italia, o rovistando tra le mercanzie dei negozi di argenteria o modernariato. Portobello è davvero un giro obbligatorio, anche perché sembrano così lontani gli sfarzi o i palazzi tecnologici del centro di Londra; qui si respira maggiormente il “british style”. Percorriamo in lungo e in largo il quartiere, senza mancare ovviamente la libreria dove lavorava nel film l’attore Hugh Grant. Non c’ero mai entrato e devo dire che sembra un luogo sospeso nel tempo tra i tanti libri per bambini o guide particolari di viaggio. In fondo il giro a Portobello occuperebbe un paio d’ore, sempre che non siate in dolce compagnia; a quel punto un pellegrinaggio in ogni negozio trasforma le poche ore in una giornata intera. Per fortuna i piccoli pub disseminati un po’ ovunque permettono di rinfrancarsi da yards di camminate e dalla temperatura non sempre allegra; un piccolo pub all’inizio di Portobello Road, con la sua atmosfera vittoriana fatta di merletti e velluti rossi, ci permette di gustare un tè caldo alla luce di una bowindow. Giornata dedicata allo shopping, quindi non sarebbe una degna conclusione se non ci fermassimo alla fermata di Knightsbridge, al tempio londinese dell’acquisto: Harrods. Ubicato in un bellissimo e antico palazzo occupa da solo quasi un intero isolato; meravigliosi i suoi addobbi fatti di strenne e luminarie verdi. Manco fossimo piccoli salmoni, ci lanciamo nella risalita della fila all’ingresso; un usciere in elegante livrea sorride ogni volta che si entra, come se il suo sorriso fosse un grazie anticipato per i futuri acquisti. Appena entrati si viene immancabilmente investiti dal settore creme e profumi e si parte quindi già tramortiti; non capirò mai perché il marketing si ostini a mettere all’ingresso il comparto profumeria, a mio avviso davvero controproducente; ma io non faccio testo in materia di shopping essendo il classico caso estremo, quindi trascurabile nell’analisi del cliente. E’ innegabile però che percorrere questi enormi saloni affrescati e decorati da splendide maioliche, legittimi il blasone di Harrods. Tra griffe e souvenirs, il vero reparto che merita da solo una visita è quello alimentare. Un elegante campionario di aragoste, champagne, ostriche e altre prelibatezze, fanno da cornice al reparto del pesce; un bancone centrale con un cameriere permette addirittura di fare la spesa e poi degustarle sul posto. Tutta una serie di sale connesse tra loro alternano sapori ittici a quelli di carni o verdure, per poi concludere nella sala da tè o dei dolci. C’è da perderci gli occhi e la linea; una cosa è sicura, o si entra con le idee chiare o si rischia di rimanere intrappolati tra scaffali e sale labirintiche.

Notevolmente provato dagli sbalzi vertiginosi di temperatura tra Harrods e l’esterno, nonché un po’ nauseato da una dozzina di campioncini di profumi e del pensiero di un fritto di pesce, finalmente ripieghiamo in direzione hotel. Il tempo a Londra sembra davvero volare e le giornate si polverizzano in un batter d’occhi. Pochi minuti per cambiarci e via subito in direzione Piccadilly Circus. Sempre affascinante e viva, il cuore pulsante e giovane della città; da questa piazza si diramano i principali – e più turistici – quartieri della città; a nord Soho, a ovest le eleganti Piccadilly e Regent Street, a est Leicester Square mentre a sud tutta la zona dei musei e monumenti. Ma è ora di cena e ho scelto un ristorante che sulla carta – e dai tempi di attesa per la prenotazione di un tavolo – dovrebbe essere molto buono; entriamo così dal “Gaucho” un locale abbastanza chic e noir proprio all’imbocco con la Regent. Quest’anno devo dire che riusciamo a mangiare bene – e a Londra non è poco – senza però svenarci, grazie anche ad un cambio molto allettante. Dopo cena è sempre bello fare due passi, così cominciamo a risalire la Piccadilly Street passando lo storico negozio di Fortnum & Mason e la Burlington Arcade. Le vie che poche ore fa erano affollatissime, ora sono desolatamente vuote; una leggera nebbiolina ovatta i fari dei taxi che lentamente sfilano sul viale. Giriamo a St. James’s Street, una delle strade più eleganti di tutta Londra; ristoranti pregiati fanno da cornice al Ritz Hotel e al tetro ed imponente St. James’s Palace. Una piccolo portico medievale, spolverato da una densa foschia e dal riverbero di un vittoriano lampione, ci fa sentire come indietro di un paio di secoli. La visione, dietro l’angolo, di Buckingham Palace ci riporta ai giorni nostri. Di notte, la solitudine di alcune vie riesce a far respirare anche al più scettico l’atmosfera della Londra storica; è una sensazione che solo a Roma avevo percepito, il che non è poco. Un’epica dormita a coronamento dell’ennesima giornata estenuante; non sono solito visitare le capitali in inverno e devo dire che il freddo drena notevolmente le energie. Nuovo risveglio con il sole; ho paura a dirlo, ma spero che la fortuna in materia di meteo mi assista ancora per gli ultimi giorni. Anche perché quelle veloci nuvole che transitano su Londra portano qualche fugace goccia, nulla di più; e dopo pochi minuti di attesa in un pub il cielo torna limpido.

Oggi, dopo un paio di immancabili muffin giganti allo Starbucks di Victoria, abbiamo in programma un’accurata visita di Westminster Abbey; peccato solo che la visita alla Parliament House sia ammessa solo nei mesi estivi. Westminster non è di per sé grandissima, soprattutto se rapportata alle nostre chiese; ma è talmente ricca di storia e carica di fascino. La visita include un supporto audio che espleta in maniera egregia tutti i riferimenti storici e culturali relativi a numerosi spot interni all’abbazia. Le navate sono un carosello di statue e lapidi di regine, eroi nazionali e artisti; Westminster è un grande libro storico ancora oggi in fase di definizione ed è questa la caratteristica che gli dona un’atmosfera quasi magica. Lo stesso Dan Brown, nel suo “Codice da Vinci”, contribuisce a dare un pizzico di curiosità al cospetto della tomba di Newton, a metà navata. Gli scorci più belli si possono però trovare nel chiostro interno all’abbey, all’ombra dei due campanili. Una visita appagante, da non mancare assolutamente. Constatato il cielo limpido decidiamo di ripercorrere le vie adiacenti a Whitehall e St. James’s Park. Scotland Yard, la Household Cavalry e tutti i palazzi lungo la Horse Guards Road rendono un’idea della grandezza passata e attuale del Regno Unito. E’ curioso anche sbirciare, lungo Whitehall, tra le grate che isolano per ovvi motivi di sicurezza la residenza del Premier britannico, al n. 10 di Downing Street. Senza abusare della metro, perché camminare a cavallo del pranzo, in pieno giorno, a Londra è un piacere, ripassiamo da Trafalgar perdendoci volentieri nelle vie adiacenti la festosa Leicester Square. Un po’ di memoria e di orientamento ed ecco in tutta la sua bellezza una delle zone più affascinanti della city, Covent Garden. Un vecchio mercato ora adibito ad elegante e tradizionale ritrovo per indaffarati shopper, dove i piccoli negozietti si alternano ad invitanti tavole calde, resta uno dei punti preferiti dai turisti. E’ difficile spiegare come questo piccolo quartiere riesca ad ogni ora del giorno a raccogliere turisti e locali, musicisti e mimi. Curiosando tra una bancarella e qualche negozio di artigianato non ci accorgiamo che la sera ha già fatto capolino. Decidiamo così di fermarci a mangiare in una bella catena italiana a pochi passi da Covent Garden; devo dire che ero ovviamente scettico sulle potenzialità della cucina a Londra, memore di passate esperienze tutt’altro che positive. Ma questa volta devo ricredermi. Uscendo dal locale attraversiamo Leicester Square dove imperversa il delirio per la prima di Sherlock Holmes; gli attori del film, uniti ai giovani reali inglesi, sfilano tra due ali di sguaiate estimatrici. A fatica riusciamo a sgattaiolare fino alla limitrofa Piccadilly Circus dove per fortuna la metro ci riporta in pochi istanti al nostro hotel. Più passano i giorni e più mi rendo conto che mi servirebbe almeno un’altra settimana per vedere qualcosa; senza poi considerare tutte le potenziali gite fuori porta. Nel 2004 ricordo l’escursione totalmente improvvisata verso Salisbury e Stonehenge, che meraviglia. Qui ho invece ancora due soli giorni pieni e incominciano inesorabilmente i tagli; meglio, come dico sempre, avrò la scusa per tornarci.

Nuova giornata e nuovo spostamento. In prima mattinata sono riuscito a combinare una visita a Temple Church. La fortuna vuole che riaprisse solo oggi dopo qualche settimana di chiusura; il quartiere che circonda la chiesa è una vera chicca, purtroppo alquanto ignorata dai turisti più intenti ad altre mete più blasonate. La zona di Temple è fatta di stretti vicoli dove la luce filtra solo nelle ore centrali della giornata; dove perdersi tra piccoli chiostri e porticati è la normalità; e questo smarrirsi tra leggere nebbie portate dall’adiacente Tamigi rende tutto ricco di mistero e fascino. Temple è la vera culla dei giuristi sin dalla metà del 1300; camminando si sbirciano toghe ed avvocati ad ogni finestra. Imbocchiamo dalla Strand la Middle Temple Lane, piccola entrata non facile da individuare al primo colpo. Svoltiamo a sinistra in una galleria attraversando un paio di “court” che sembrano essere rimaste sospese nel tempo, fino a che si apre Church Court. Un obelisco con il simbolo dei templari (due cavalieri sullo stesso cavallo) ci dà il benvenuto ad uno dei luoghi più importanti per lo storico ordine cavalleresco. La chiesa che occupa il lato sinistro del cortile è proprio Temple church, risalente in parte addirittura a prima del XIII secolo. Sobria, austera, di stile tardo romanico, ospita al suo interno tutta la simbologia crociata; sul pavimento, alcune sagome di cavalieri fanno da obelisco alle rispettive tombe. Siamo praticamente soli nella navata mentre è strano pensare che a poche centinaia di metri, a Trafalgar Square, centinaia e centinaia di persone affollino le strade. Ancora emozionato ed appagato della visita a Temple riprendiamo la metro in direzione London Bridge; appena risaliti al livello stradale noto come il quartiere sia stato totalmente rinnovato mantenendo quella tradizionale trama fatta di mattoncini rossi. Tutta la zona era una volta un’immensa fabbrica; ora un susseguirsi di negozi e ristoranti, di lunghi e stretti viali ottimamente ristrutturati. Raggiungiamo il riverside attraversando Hay’s Gallery fino ai bellissimi e avveniristici palazzi del City Hall. Complimenti davvero; ci vuole coraggio ad ambientare degli anonimi uffici in palazzi sferici di cristallo, con arredi a vista davvero eleganti. Ma la voglia di rinnovare un quartiere porta i suoi frutti; infatti rappresenta per me la vera sorpresa di Londra, con tutti i suoi pub e locali. E poi essere al cospetto del London Bridge che alla sera viene illuminato in modo egregio; mentre sul lato nord del Tamigi si staglia la London Tower. Bello, bellissimo. Il buio intanto ha preso il sopravvento e fa risaltare ancor di più la geometria delle luci e dell’architettura del complesso del City Hall; peccato non esserci venuti prima. Qualche nuvola potrebbe regalarci sorprese; ci rimettiamo in marcia lungo tutto il Riverside zigzagando tra eleganti quanto seriose vie piene di bellissimi ristoranti e pub tradizionali. E’ ora di uscita dagli uffici e la gente comincia ad affollare gli angoli delle strade; ma come a New York sono sempre in moto, mai fermi.

Attraversiamo lo Shakespeare’s Globe, o la sua fedele ricostruzione, fino al museo Tate Modern, notevole l’ambientazione in una vecchia centrale. Proprio davanti al museo il Millenium Bridge si contorce e si slancia fino a collegare le due rive e soprattutto dà l’impressione di essere proiettati dentro la chiesa di St. Paul. Mi ricorda Barcellona, ogni sua zona non viene mai lasciata al caso; c’è un filo conduttore in tutti suoi progetti architettonici. Come siamo lontani dalle nostre grandi città. Attraversato il Tamigi mi faccio un giro attorno a St. Paul, nel cuore della city finanziaria, giusto per non perdere il contatto con il lavoro di tutti i giorni. Altri palcoscenici e anche se in crisi, tutto un altro pianeta. Nel lento rientrare verso l’albergo decidiamo di fermarci a mangiare dalle parti di Covent Garden; è troppo bello cenare in questa zona, magari su, in un locale con vista sulla via antistante. Un altro giorno che se ne va, resta l’ultima giornata a disposizione. Cedo mestamente alle richieste della mia dolce metà; oggi maratona di negozi per cercare qualche pensiero per amici e parenti. Avrei sinceramente preferito nuotare nel freddo Tamigi. Sarebbe stato bello arrivare fino a Camden Town, ma avrei avuto bisogno di un altro giorno pieno; e poi sarebbe stato bello questo e altro, ma alla fine occorrevano almeno un paio di settimane. Londra è come un pozzo senza fondo, più vedi e più vedresti. Ci lanciamo di prima mattina, con molta pazienza verso tutto il quadrilatero dei negozi, tra New Bond Street, Piccadilly, Oxford; anche se la zona più carina, nonostante abbia perso una buona fetta di originalità, è senza dubbio Carnaby Street. La scena più apocalittica mi si propone lungo la Oxford Street, dove una folla oceanica sembra in marcia per un esodo biblico. E invece è solo alla ricerca del negozio dove comprare il regalo giusto; ma non eravamo nella peggiore crisi della storia recente? Iniziamo una girandola di entra – esci nei i più grandi famosi centri commerciali di Londra: Fortnum & Mason, Apple, Selfridges, Liberty, Vuitton e sicuramente altri che ho rimosso per ovvi motivi di salute mentale. Morale della favola, acquisti ben pochi, la sterlina anche se fiaccata dall’euro resta ancora cara rispetto ai prezzi degli outlet fuori Londra. Ripieghiamo verso l’hotel, fiaccati da una giornata campale e soprattutto da un freddo sempre più pungente. Un vento così gelido non l’avevo ancora provato in questa settimana di vacanza; anche il cielo è particolarmente scuro questa sera. Come ultima serata ciributtiamo tra i ristoranti di Soho, ricadendo nella catena Pizza Express, dove oltre a buona musica si mangia veramente bene. Un ultimo giro post cena tra le mille luci di Piccadilly e Leicester, quanto basta per respirare un ultimo sorso di Londra mentre sopra di noi a sorpresa scende qualche timido fiocco di neve. E’ impossibile non innamorarsi di questa città, ancor più difficile pensare di non tornarci più.

  giottoGiotto

 

   
   
 
informazioni
Il fuso orario rispetto all'Italia è di -1 ore. Nessuna vaccinazione è obbligatoria. I documenti necessari per poter entrare nel Regno Unito sono una carta d'identità italiana o il passaporto. Per arrivare in città, se si arriva a Gatwick comodissimo (30 minuti di viaggio, con partenze ogni 15 minuti) è il treno GATWICK EXPRESS che porta direttamente alla stazione di Victoria. Se si arriva ad Heathrow esiste il corrispettivo Express che porta (15 minuti di viaggio, partenze ogni 15 minuti) alla stazione di Paddington. Per muoversi dentro Londra il modo più veloce è usare la metro; ma per non svenarsi conviene acquistare negli uffici del "tube" una TRAVEL CARD equivalente ai giorni di soggiorno. Ancora meglio comprare una OYSTER CARD, una prepagata con la quale risulta ancora più conveniente una corsa in underground.

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Quando andare
Londra è una grande capitale, ogni stagione va bene. Inverni ed estati sono solitamente miti, le gelate sono veramente rare. Importante è quello di avere sempre con se un ombrello, perchè la variabilità è davvero la peculiarità di Londra. Il periodo natalizio è comunque uno dei più belli; le coreografie luminose trasformano la città rendendo le buie serate invernali meno grige. Va ricordato come a dicembre già alle 15.30 il crepuscolo prende il posto della luce.
cosa leggere
Londra ha una letteratura talmente ampia che è impossibile dire cosa è meglio, ma si possono individuare le peculiarità di ogni pubblicazione. Le LONELY PLANET sono ottime per le indicazioni su dove mangiare o comprare, perchè solitamente più aggiornate. Le guide MONDADORI, sono invece orientate a chi la città non la conosce e vuole avere una guida immediata e ricca di indicazioni visive. A queste aggiungerei anche la guida del TOURING CLUB, molto più esauriente sul lato culturale e orientato ad illustrare meglio le visite ai musei.
 
cosa vedere - cosa fare
Londra è una città che offre tanto, troppo per arrogarsi di vederla tutta in una sola visita. E' una metropoli fatta di tanti quartieri, ognuno con la sua peculiarità e curiosità. Annovera tra i migliori musei del mondo, che ovviamente necessiterebbero di almeno un giorno l'uno; il BRITISH MUSEUM o la NATIONAL GALLERY sono dei must per chiunque. Il mio consiglio è di programmare molto bene le giornate, anche perchè da camminare ce n'è davvero tanto. Un primo giro comprende la WESTMINTSTER ABBEY (la domenica è chiusa alle visite turistiche), il LONDON PARLIAMENT (aperto al pubblico solo in luglio - agosto - settembre) con il BIG BEN e tutta l'area compresa tra PICCADILLY CIRCUS e TRAFALGAR SQUARE. Un'altra tappa immancabile è il LONDON BRIDGE, la LONDON TOWER e la rinnovata area del CITY HALL. Un'area deliziosa è quella di COVENT GARDEN da unire ad una visita all'area di TEMPLE. Lo shopping si divide tra la HARRODS, OXFORD STREET, BOND STREET, PICCADILLY STREET e REGENT STREET. Le serate sono d'obbligo nell'area di SOHO, mentre immancabili sono le visite a NOTTHING HILL e PORTOBELLO. Queste poche mete sono solo l'inizio, alle quali andrebbero aggiunte le escursioni fuori porta o i mercati di LIVERPOOL STREET o CAMDEN TOWN.
dove dormire

Consigliare quale zona sia meglio di un'altra per dormire a Londra, è a mio avviso un tantino ambizioso. Posso sicuramente indicare alcune aree che sono maggiormente turistiche e che quindi possono essere più comode, evitando quindi continui spostamenti. La zona di Covent Garden è la mia preferita, una delle più romantiche e viva. Al tempo stesso anche tutta l'area che comprenda Trafalgar Square, Leicester Square e Piccadilly Circus è da ritenere ottima. Ma se si vuole risparmiare qualcosa senza pregiudicare gli spostamenti veloci, mi sento di consigliare la zona di Victoria Station. E' un'area molto trafficata e sicura ad ogni ora del giorno e della notte, nonchè si trova alle spalle di Buckingham Palace e a metà strada tra Notthing Hill e Trafalgar Square. In linea di massima l'importante è trovarsi nei pressi di una fermata della metro; con l'uso del "tube" in pochi minuti si arriva ovunque.

 
photo gallery
Big Ben, London - Great Britain
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Carnaby Street, London - Great Britain
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Covent Garden, London - Great Britain
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Harrods, London - Great Britain
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The London Bridge, London - Great Britain
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The underground, London - Great Britain
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Temple Church, London - Great Britain
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St Paul and Millenium bridge, London - Great Britain
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Westminster, London - Great Britain
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Big Ben, London - Great Britain
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Westminster Abbey, London - Great Britain
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Big Ben, London - Great Britain
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